Ritrovo alle 8.10, è tornata l’ora legale.
In realtà sui visi assonnati dei nostri ragazzi c’era sicuramente più di un’ora in meno di sonno; gli occhi leggermente gonfi e rigati da leggere borse non mentivano…
Su quell’autobus non c’eravamo solo noi, altri ragazzi hanno riempito tutti i posti sia seduti che in piedi, borse di palestre diverse da scavalcare ovunque, centinaia di sguardi infuocati, di studi propedeutici, di previsioni, di sfide…
La gara è iniziata qui! Le spalle e i pettorali si sono aperti per non essere sottovalutati dagli sguardi di altri ragazzi.
A ogni passo in direzione del palazzetto di gara, l’ansia accentuava sempre di più, le chiacchierate erano diventate parole, le parole silenzio.
Gli unici rumori erano le gocce di pioggia che inzuppavano i giubbotti, le borse, i rari ombrelli.
Per molti dei nostri atleti questa gara è stata un banco di prova, per alcuni era proprio la prima gara, altri hanno provato nuovi kata; altri, per la prima volta si sono cimentati nella prova di combattimento libero; altri ancora, ai quali mancava qualche requisito tecnico per partecipare ai combattimenti, hanno comunque osservato con attenzione e un pizzico d’invidia. Forse più di un pizzico!
Durante il saluto iniziale, ragazzi e bambini di tutte le età hanno prestato attenzione agli ultimi accorgimenti e poi… via! Pronti a cominciare…
Tre dei tatami erano dedicati al kata, un tatami con il classico tappetino verde e rosso, era adibito al kumite di tutte le categorie.
Aspettare è davvero dura! Vedi una persona passarti avanti, fare i suoi due kata al pieno delle sue forze e andarsene; poi un altro, e un altro. Sono dieci, altri dieci… e ancora altri dieci… Le gambe si appesantiscono, il sonno si fa sentire sempre di più.
Provare le tecniche, ripassarle mentalmente, cercare di fare qualcosa in più del solito, impressionare un po’ ci gareggia con te, cercare gli occhi dell’allenatore per sentire l’intesa per trovare un po’ d’energia in più, mille salti, qualche flessione, un po’ di stretching sembrano non bastare mai, finche dopo interminabili minuti d’attesa tocca a te.
Dall’inizio della gara è passata un’ora e anche più!
Ora, devi trovare tutta la tua energia. Ora, non puoi sbagliare. Ora, devi dare il massimo!
Tecnica per tecnica si svolge il kata, di tutti i nostri allievi… Davvero nessun intoppo!
Si vedono i risultati di quei migliaia di pugni tirati in allenamento, di quelle migliaia di volte che hai provato lo stesso identico kata al punto di quasi provarne disgusto e rifiuto.
I risultati ci sono, e anche se non sono stati premiati con una medaglia al collo, poco c’è mancato. Uno per uno sono stati chiamati alla premiazione e tutta la squadra era li ad applaudire e tifare:
Il combattimento è una novità per quasi tutti, scontro diretto. Tu o l’avversario.
Non c’è via di scampo, non puoi evitare il contatto. Vuoi vincere?
Devi arrivare lì, dentro la sua guardia colpire togliergli il fiato per un secondo e sperare che non sia più veloce di te. Cercare il tempo. Il suo tempo morto. Arrivare lì, non lasciare spazio alle sue tecniche, ma fagli sentire le tue.
Paura ed emozione giocano con i tuoi muscoli, li rendono duri e pesanti quando dovrebbero essere sciolti e veloci. Solo sfidandosi e combattendo ancora e ancora non solo in gara, ma anche durante gli allenamenti, l’emozione e la paura diventeranno forza!
Durante i combattimenti tutti i ragazzi hanno messo il cuore, anche chi stava fuori, ha tifato per i nostri combattenti ed anche per i ragazzi del Master club con i quali dividiamo le nostre fatiche in allenamenti gemellati nei quali il M° Gonzales e il loro maestro Alessandro De rosa, uniscono le loro esperienze passate insieme nella Nazionale per poter forgiare i giovani combattenti del futuro.
Il kumite è ancora una via da esplorare del karate per tutti i nostri allievi che comunque ci sono sul podio, hanno dato del loro meglio anche stavolta:
Ancora una volta, l’Accademia arti marziali Venezia s’è fatta riconoscere!
Grazie ragazzi… Continuate sempre così… Ci siamo!!!
OSS!
In realtà sui visi assonnati dei nostri ragazzi c’era sicuramente più di un’ora in meno di sonno; gli occhi leggermente gonfi e rigati da leggere borse non mentivano…
Su quell’autobus non c’eravamo solo noi, altri ragazzi hanno riempito tutti i posti sia seduti che in piedi, borse di palestre diverse da scavalcare ovunque, centinaia di sguardi infuocati, di studi propedeutici, di previsioni, di sfide…
La gara è iniziata qui! Le spalle e i pettorali si sono aperti per non essere sottovalutati dagli sguardi di altri ragazzi.
A ogni passo in direzione del palazzetto di gara, l’ansia accentuava sempre di più, le chiacchierate erano diventate parole, le parole silenzio.
Gli unici rumori erano le gocce di pioggia che inzuppavano i giubbotti, le borse, i rari ombrelli.
Per molti dei nostri atleti questa gara è stata un banco di prova, per alcuni era proprio la prima gara, altri hanno provato nuovi kata; altri, per la prima volta si sono cimentati nella prova di combattimento libero; altri ancora, ai quali mancava qualche requisito tecnico per partecipare ai combattimenti, hanno comunque osservato con attenzione e un pizzico d’invidia. Forse più di un pizzico!
Durante il saluto iniziale, ragazzi e bambini di tutte le età hanno prestato attenzione agli ultimi accorgimenti e poi… via! Pronti a cominciare…
Tre dei tatami erano dedicati al kata, un tatami con il classico tappetino verde e rosso, era adibito al kumite di tutte le categorie.
Aspettare è davvero dura! Vedi una persona passarti avanti, fare i suoi due kata al pieno delle sue forze e andarsene; poi un altro, e un altro. Sono dieci, altri dieci… e ancora altri dieci… Le gambe si appesantiscono, il sonno si fa sentire sempre di più.
Provare le tecniche, ripassarle mentalmente, cercare di fare qualcosa in più del solito, impressionare un po’ ci gareggia con te, cercare gli occhi dell’allenatore per sentire l’intesa per trovare un po’ d’energia in più, mille salti, qualche flessione, un po’ di stretching sembrano non bastare mai, finche dopo interminabili minuti d’attesa tocca a te.
Dall’inizio della gara è passata un’ora e anche più!
Ora, devi trovare tutta la tua energia. Ora, non puoi sbagliare. Ora, devi dare il massimo!
Tecnica per tecnica si svolge il kata, di tutti i nostri allievi… Davvero nessun intoppo!
Si vedono i risultati di quei migliaia di pugni tirati in allenamento, di quelle migliaia di volte che hai provato lo stesso identico kata al punto di quasi provarne disgusto e rifiuto.
I risultati ci sono, e anche se non sono stati premiati con una medaglia al collo, poco c’è mancato. Uno per uno sono stati chiamati alla premiazione e tutta la squadra era li ad applaudire e tifare:
Il combattimento è una novità per quasi tutti, scontro diretto. Tu o l’avversario.
Non c’è via di scampo, non puoi evitare il contatto. Vuoi vincere?
Devi arrivare lì, dentro la sua guardia colpire togliergli il fiato per un secondo e sperare che non sia più veloce di te. Cercare il tempo. Il suo tempo morto. Arrivare lì, non lasciare spazio alle sue tecniche, ma fagli sentire le tue.
Paura ed emozione giocano con i tuoi muscoli, li rendono duri e pesanti quando dovrebbero essere sciolti e veloci. Solo sfidandosi e combattendo ancora e ancora non solo in gara, ma anche durante gli allenamenti, l’emozione e la paura diventeranno forza!
Durante i combattimenti tutti i ragazzi hanno messo il cuore, anche chi stava fuori, ha tifato per i nostri combattenti ed anche per i ragazzi del Master club con i quali dividiamo le nostre fatiche in allenamenti gemellati nei quali il M° Gonzales e il loro maestro Alessandro De rosa, uniscono le loro esperienze passate insieme nella Nazionale per poter forgiare i giovani combattenti del futuro.
Il kumite è ancora una via da esplorare del karate per tutti i nostri allievi che comunque ci sono sul podio, hanno dato del loro meglio anche stavolta:
Ancora una volta, l’Accademia arti marziali Venezia s’è fatta riconoscere!
Grazie ragazzi… Continuate sempre così… Ci siamo!!!
OSS!
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