Cari amici, di seguito un simpatico resoconto della Silvia Manazzone, la nostra cintura arancio, alla sua prima gara di kata.
"Domenica 6 maggio: Gara di karate, kata. Avevo visto un po' di competizioni di karate e dagli spalti tanto desiderai trovarmi su quei tatami impregnati di energia e sforzi e speranze e delusioni. E finalmente anche io, per la prima volta, facevo parte di quel mondo. Ero un po' agitata, lo ammetto, ma tante volte la notte precedente avevo rifatto nella mia mente quel kata che la paura di dimenticarmi i movimenti ormai era del tutto svanita. Avevo altre perplessità. La velocità, il ritmo di quella danza, cosa avrebbero preferito gli arbitri. E così mi misi ad osservare. I movimenti delle cinture nere, chi vinceva e chi perdeva, e perchè. E mano mano che quei movimenti così potenti si susseguivano davanti agli occhi inizia nella mia testa a ricostruire più dettagliatamente la mia sequenza, studiando la dose di energia per ogni pugno, i tempi di attesa di ogni posizione. Raccogliendo consigli e suggerimenti arrivò il mio turno. Sapevo che avrei portato un kata di difficoltà molto inferiore rispetto alle mie concorrenti ed ero sicura che anche per ciò sarei stata subito eliminata. Ma non mi importava. Sarebbe stato un semplice HeianNidan, ma sarebbe stato l'HeianNidan più bello che la giuria avesse mai visto! Ero carica. Il Maestro Christian Gonzales mi chiede se sono pronta. Sto per rispondere in maniera esaustiva quando capisco quale deve essere l'unica risposta: Sì, sono pronta. E lo ero. Ricordo ciò che ci disse durante l'ultimo allenamento: l'atteggiamento deve essere forte, la teatralità del gesto, mostrare di essere sicuri, potenti. Insomma recitare. E quello lo so fare. E così ora ero su un palcoscenico. Raccolgo tutta l'energia che mi circonda, la respiro, nutro con essa ogni più periferica cellula del mio corpo, mi inchino e inizio lo spettacolo. Mi sono sentita sicura, potente. Sono consapevole che poi il risultato non sia stato come quando era eseguito nella mia testa, e che di mancanze ce ne sono state e le ho sentite. Ma non mi importava. Mi sentivo forte. E, dopotutto, come disse il Maestro poco dopo: "L'importante è far arrivare la nave in porto". E la mia ci è arrivata :)"
"Domenica 6 maggio: Gara di karate, kata. Avevo visto un po' di competizioni di karate e dagli spalti tanto desiderai trovarmi su quei tatami impregnati di energia e sforzi e speranze e delusioni. E finalmente anche io, per la prima volta, facevo parte di quel mondo. Ero un po' agitata, lo ammetto, ma tante volte la notte precedente avevo rifatto nella mia mente quel kata che la paura di dimenticarmi i movimenti ormai era del tutto svanita. Avevo altre perplessità. La velocità, il ritmo di quella danza, cosa avrebbero preferito gli arbitri. E così mi misi ad osservare. I movimenti delle cinture nere, chi vinceva e chi perdeva, e perchè. E mano mano che quei movimenti così potenti si susseguivano davanti agli occhi inizia nella mia testa a ricostruire più dettagliatamente la mia sequenza, studiando la dose di energia per ogni pugno, i tempi di attesa di ogni posizione. Raccogliendo consigli e suggerimenti arrivò il mio turno. Sapevo che avrei portato un kata di difficoltà molto inferiore rispetto alle mie concorrenti ed ero sicura che anche per ciò sarei stata subito eliminata. Ma non mi importava. Sarebbe stato un semplice HeianNidan, ma sarebbe stato l'HeianNidan più bello che la giuria avesse mai visto! Ero carica. Il Maestro Christian Gonzales mi chiede se sono pronta. Sto per rispondere in maniera esaustiva quando capisco quale deve essere l'unica risposta: Sì, sono pronta. E lo ero. Ricordo ciò che ci disse durante l'ultimo allenamento: l'atteggiamento deve essere forte, la teatralità del gesto, mostrare di essere sicuri, potenti. Insomma recitare. E quello lo so fare. E così ora ero su un palcoscenico. Raccolgo tutta l'energia che mi circonda, la respiro, nutro con essa ogni più periferica cellula del mio corpo, mi inchino e inizio lo spettacolo. Mi sono sentita sicura, potente. Sono consapevole che poi il risultato non sia stato come quando era eseguito nella mia testa, e che di mancanze ce ne sono state e le ho sentite. Ma non mi importava. Mi sentivo forte. E, dopotutto, come disse il Maestro poco dopo: "L'importante è far arrivare la nave in porto". E la mia ci è arrivata :)"
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