Venezia, 21/05/2015 - ore 19.26
Si riprende.
In realtà, non è che smetta mai,
veramente. L’allenamento fa parte della
mia routine quotidiana dagli anni ’80. In effetti non sono pochi gli anni,
calcolando che quest’anno ne compirò 53 a ferragosto. L’allenamento, stavo
dicendo, o per le gare dei miei allievi, o per via del mio modo d’insegnare è
una presenza costante della mia vita. Ma intraprenderlo per le mie gare …
quella è una faccenda completamente diversa. Prossimo grosso appuntamento
European Master Games a Nizza, in Francia, il 1° di ottobre. Sono due mesi che
mi alleno da competitor. E’ una cosa strana, almeno per me. Rimettermi ogni
volta in discussione mi mette in pace con me stesso. Comincio la seduta di
allenamento con calma, non importa che sia preparazione atletica o tecnica,
anche perché la macchina comincia ad avere i suoi anni e ahimè, il
riscaldamento richiede sempre più attenzione dedizione. Poi, però ogni parte
del corpo comincia a comunicare con le altre. Si parlano. Accettano i
compromessi di qualche pezzo un po’ più lento a ingranare, dai che ce la fai,
ti aspettiamo. Le gambe cominciano a pompare sangue, le spalle si sciolgono. Attento
al tuo hara, mi dico. Muscoli del basso ventre contratti e via, a muovere
braccia e gambe in quella danza che può essere perfetta: il Karate-do.
Sento la voglia condurmi per mano poi, a
poco a poco, mi lascia per passarmi all’entusiasmo che inizia ad accendermi ed
infiamma la mia passione. A questo punto avverto che questi s’inchina a lei,
che subentra imperiosa: la concentrazione. Prende il sopravvento su tutto e disciplina
mente e corpo. E infine, la focalizzazione, che mi porta dove mi hanno
insegnato, a suo tempo, i miei maestri in Giappone. E tutto prende senso. Vivo
il kata, vivo il kumite e loro vivono attraverso me.
Eccomi ragazzi, di nuovo in pista, o
meglio … sul tatami.
Vi voglio bene.
Christian Gonzales y Herrera
Nessun commento:
Posta un commento