26 luglio 2011

Dentro i 90 giorni 24 luglio

Mi ero alzato con l’intenzione di non allenarmi. Riposo completo. Oltretutto faceva freddo: siamo alla fine di luglio e la temperatura, stranamente, era scesa fino a 16° circa. Tuttavia poi ho cambiato idea. Il tempo era grigio, estremamente ventoso, con forte pericolo di pioggia … ma chissà, proprio per questo, mi ha attirato tanto. Braghette, immancabile cardiofrequenzimetro, felpone e via. Sono andato in un ampio spiazzo libero non lontano da casa, fronte laguna. Lì, il tempo era anche peggio. Davanti ad una laguna verde e fortemente increspata, cielo chiuso di gonfie nuvole grigie, con spruzzi di pioggia sulla faccia mi sono allenato per un’ora nel kata. Ho allenato kankudai. Più e più volte in tutte le direzioni. Ho cominciato piano. Ho ascoltato tutti i segnali che il corpo mi mandava e, man mano che i muscoli della schiena, delle spalle, delle anche, nonché la caviglia destra leggermente dolorante per le sedute di jogging dei giorni scorsi, si sono sbloccati ho cominciato ad accelerare. Poi ho eseguito lo stesso kata in "ura", rovescio. Ciò mi ha permesso di valutare lo stato di bilanciamento dei muscoli, dei tendini ed il livello generale di armonia del mio corpo. Con l’utilizzo di un tipo di respiro fortemente mirato, poi, ho cominciato ad amalgamare tutte le informazioni che il mio corpo trasmetteva al mio cervello e viceversa. Il vento forte, non poche volte, ha messo a prova l’equilibrio. Bene! Verso i 40 minuti le combinazioni hanno cominciato ad amalgamarsi e a mandarmi quella sensazione di benessere e di confidenza con la tecnica in generale. Mi sono tuffato nel kata e il kata ha cominciato ad avvolgermi. Vento, pioggia, sudore, tecnica fluida, realizzata, confermata, che produceva quello che a me piace chiamare "la definizione del momento.” Sempre un occhio al cardiofrequenzimetro e l’ora è volata. Mi sono guardato la felpa, madida di sudore e pioggia; ho dato un’ultima occhiata alla laguna tempestosa e, mentre una barca, a vele gonfie, volava sull’acqua, con un inchino ho ringraziato gli dei del karate e della laguna e con un sorriso mandato un bacio. Saluti, Christian Gonzales

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