24 maggio 2008
simposio a verona del M° Frare
24 maggio ‘08
Il Maestro Frare mi invita al decennale del KIDOJO del quale è il direttore tecnico e Maestro.
E’ previsto prima un simposio nel quale il suo allievo Thomas Rossetti , recentemente laureatosi in facoltà delle scienze motorie, presenterà la sua tesi basata sull’evoluzione del karateka in tutte le fasi della vita: si parte da una prima fase ludica, pensata per bambini e ragazzi, per passare ad una più prettamente agonistica adolescenziale-giovanile; quindi ad una più matura e artistica nella quale la pratica e l’insegnamento diventano una vera e propria forma di arte e modus vivendi, per approdare all’ultima più prettamente mistica nella quale il grande Maestro concilia il suo io più profondo con l’energia della terra e del cosmo .Affronta la vecchiaia con consapevolezza e dignità e cerca di conciliare l’idea della sua esistenza con altre forme di coscienza e si prepara al grande salto al quale tutti siamo prima o poi chiamati.
Non essendo io ancora ( grazie al cielo! ) dotato di così grande esperienza, il M° Frare mi ha chiesto di intervenire per dare il mio contributo dal punto di vista dell’insegnamento come forma d’arte e modo di vivere. Ricordo che gli chiesi quante ore avevo a disposizione e lui con quel suo modo di fare franco e gentile che lo contraddistingue mi risponde:”… non ti preoccupare Christian, un quarto d’ora!”
Ora l’insegnamento, almeno dal mio punto di vista, è la naturale continuazione di 25 anni di gare ad altissimo livello. E’ la naturale ricerca di perfezione, forma, interna ed esterna, efficacia di tecnica corporea e pensiero in un unico continuum nel quale l’uomo è il mezzo e allo stesso tempo scopo della mia ricerca prima come atleta e poi come Maestro. I titoli italiani ed europei vinti da atleta e poi in qualità di Maestro( molti di più oltre ai mondiali) sono assolutamente legati e concatenati.
L’esperienza dell’insegnamento, sia esso stato rivolto a grandi o piccini, agli amatori come ai grandi atleti è stato fondamentale per la mia crescita di uomo. Con tutti gli errori e gli intoppi possibili di percorso.
Ed è così che mio avviso ne nasce una forma di arte.
Presenti alla tavola rotonda c’erano, oltre al sottoscritto, il filosofo Vittorio Santorelli , il responsabile dei diversamente abili professor Rovetti Nicola e il M° Frare. Ne è venuto fuori un piacevolissimo scambio di idee sotto più punti di vista.
La celebrazione del decennale si è poi conclusa con una bellissima dimostrazione nel Centro Don Calabria,sede del KIDOJO del M° Frare. Sotto la sua attenta direzione si sono esibite prima tutte le sue cinture nere( un numero impressionante), e poi io insieme a lui e al M° Ghizzardi ci siamo esibiti in un kata a squadre con SOCHIN, uno dei kata più entusiasmanti. Abbiamo chiuso il tutto con uno spettacolare TAMESHIWARI: rottura di tre tavolette dallo spessore di 3 cm l’una, poste una sopra l’altra, a mani nude.
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