Venezia, 19 marzo 2009
Cari amici,
lunedì 16 marzo, presso la Sala Musashi dell’Accademia Arti Marziali, si è svolta, con pieno successo, la riunione pre-gara con i genitori dei nuovi agonisti della nostra società sportiva.
Le riunioni con i genitori sono, a mio avviso, di un’importanza capitale ai fini di una buona crescita dell’atleta.
Per forgiare degli atleti forti sia fisicamente e tecnicamente che spiritualmente e mentalmente i fattori da valutare e considerare non sono pochi, e sono tutti molto delicati. Ve ne sono, però, tre a mio avviso imprescindibili:
1) un atleta motivato, da non confondere con necessariamente vincente: l’entusiasmo e la passione per il karate, l’umiltà, la capacità di ascoltare e mettere a frutto gli insegnamenti sono ingredienti indispensabili affinchè esso cresca.
2) un maestro competente. Il maestro, infatti, deve avere ben precise conoscenze non solo dell’arte marziale, ma anche e soprattutto di come questa possa adattarsi ed essere adattata a bambini e ragazzi di ogni fascia di età. Le metodologie da adottare per i bambini, infatti, non sono ASSOLUTAMENTE le stesse adottabili per un ragazzo e tanto meno per un adulto; le motivazioni e implicazioni psicologiche sono profondamente diverse a seconda dell’età e del sesso e vanno tenute in altissima considerazione.
3) dei genitori coinvolti. E’, infatti, fondamentale che vi sia un’armoniosa partecipazione dei genitori all’attività agonistica del ragazzo per infondere quella pace, quella calma, quella sicurezza di cui egli - in qualità di atleta - ha bisogno ai fini di un conseguimento ottimale della prestazione agonistica.
Per prestazione ottimale io non intendo necessariamente la vittoria, ma una sana, concentrata e impegnata prestazione al massimo delle potenzialità dell’atleta. In parole povere io vorrei che il ragazzo fosse fortemente impegnato, ma libero anche di sbagliare, senza NESSUN assillo di dover vincere a tutti i costi. Il ragazzo in cuor suo deve sentirsi tranquillo di aver VERAMENTE dato il massimo, se poi questo coincide con la vittoria ben venga, se no andrà meglio al prossima volta.
Facendo così ho creato fior di campioni italiani, europei e mondiali. Tutti felici, contenti e rilassati.
Il ruolo del genitore in tutto ciò? Appoggia il lavoro del Maestro, infonde sicurezza al ragazzo e lo sprona, ma senza sovraccaricarlo di aspettative e senza, in alcun modo, dimostrare delusione o, peggio, disappunto, in caso di sconfitta. Gli errori tecnici verranno corretti in palestra assieme al maestro davanti al TELEVISORE; solo in quel contesto li si potranno vedere, accettare, e CORREGGERE per poi tornare sul campo di battaglia ancora più forti e convinti di prima.
Per quanto riguarda, invece, l’atteggiamento del genitore in gara, egli deve mantenere un atteggiamento simpatico e distaccato sugli spalti, sorridere e infondere FIDUCIA a tutti i livelli senza svilire né arbitri, né altri atleti concorrenti.
E’ di importanza vitale che il ragazzo/a non vedano mai i genitori arrabbiati o in disaccordo con gli arbitri: anche gli arbitri sono esseri umani, l’errore ci può stare (soprattutto dopo aver arbitrato per 5-6 ore di seguito) e, comunque, la gara deve sempre essere presa come una festa.
Se genitori e maestro saranno uniti, si potrà fare uno splendido lavoro con i ragazzi e TUTTI ASSIEME formeremo un’unica grande entusiasmante squadra, un perfetto triangolo equilatero forte, potente, unito.....IMBATTIBILE!
Saluti a tutti M° Christian
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