7 luglio 2009
Intervista a Elia Badolin, vincitore Miglior Atleta anno 2008
Nota: D: domanda del M°:
R: risposta di Elia
M: commenti del M°:
Durante il ritiro in Spagna ho approfittato di qualche momento di relax per chiacchierare con i ragazzi che poi si sono rivelate delle ottime interviste. La prima è stata quella rivolta a John .
Oggi vi invio quella che potremmo definire una bella chiacchierata tra amici con Elia Badolin “ toro”.
Elia nasce a Venezia l’otto aprile 1992. Inizia la pratica del karate sotto la guida del sottoscritto all’età di 10 anni.
D: Cosa o cosa ti ha spinto a iniziare?
R: Come molti ragazzini ero affascinato da Bruce Lee, anche se lui era un maestro del Jeet kun do, ma allora per me era bello vederlo come si muoveva e la sua agilità. Fu così che su mia richiesta i miei genitori si informarono da amici e approdai all’ACCADEMIA ARTI MARZIALI.
D: Ti ricordi,per caso, la tua prima gara?
R: Si, certo. Ci hai portato a Voghera per il Campionato italiano 2005, anche se non sono proprio sicuro della data.
D: Ti ricordi anche del risultato?
R: Gareggiai solo nel kata (a quei tempi data la giovane età, non si poteva ancora gareggiare nel kumite) e mi piazzai 8° nell’individuale e primo nella prova a squadre.
Sì, ricordo; fu il primo titolo che vincesti insieme a Gregory Facchini e Sebastiano Zanon.
R: Esatto.
D: Quando diventasti cintura nera?
R: Novembre 2007.
D: Secondo dan?
R:Il 31 maggio appena passato a Verona ho conseguito il 2° dan.
D: E come fu l’esame?
R: Durissimo!
D: Quali sono stati i maggiori titoli vinti in gara?
R:-Voghera, Campione italiano kata a squadre 2005.
-Roma , 3° kumite individuale 2007
-Lignano, vice-campione italiano kata a squadre 2009
Campionato Europeo per club Caorle Aprile 2008: -2° kata a squadre
-3° kumite individuale
Campionato del Mondo di Club Jesolo 2008: -1° kata squadre
-1° kata individuale
- 3° kumite squadre
- 2° kumite individuale
M: Sì, ricordo, sono state tre giornate di gare intensissime , ma anche piene di soddisfazione.
Come palestra vincemmo 12 medaglie complessive. Riuscii anche a fare il conteggio con tutti gli altri atleti medagliati: tu fosti uno dei pochissimi a portare a casa medaglie in tutte le specialità.
R: Sì, come ci dici sempre tu, l’atleta completo lavora su tutti e due i fronti.
D: Raccontaci un episodio di gara.
R: Finale, appunto, del Campionato del Mondo a Jesolo contro un russo.
L’emozione per la finale di combattimento era grandissima. Anche perché non ci speravo più di tanto. Erano infatti tre giorni che gareggiavamo e cominciavo ad essere veramente stanco. Comunque a quel punto non sentivo di certo la fatica, gasato come ero.
Comincia l’incontro: lui, bravissimo, macina subito punti belli e veloci. Allora tu, M°, mi inciti e mi dai dei consigli. Un po’ alla volta recupero fino ad arrivare al pareggio! Forse posso perfino vincere. E c’è di più. Se n’è accorto anche lui e si è accorto che io mi sono accorto della sua paura. Mi gaso e sento la sua paura, la sua insicurezza che monta. La vedo.
La tensione è al massimo. A bordo campo tutta squadra è con me. Tu M° sei lì insieme a me. E’ una bolgia di incitamenti e di applausi. La tua figura è lì, ferma, dietro di me.
Finisce il tempo a disposizione: PARITA (HIKIWAKE). Si va all’ENCHOSEN ( il primo che fa punto vince- tipo golden goal calcistico). Ricevo le tue ultime istruzioni. Sudatissimo mi avvio a combattere questa improbabile ma bellissima finale.
Siamo di fronte. L’arbitro da il via. Balzo in avanti urlando tutta la mia euforia e determinazione. Ci scontriamo per due volte: due esplosioni, ma niente di fatto. All’improvviso parto con un diretto destro al petto- anche lui! L’urlo e il colpo di tutti e due riecheggia per tutto il palazzetto. Sembra di nuovo una tecnica all’unisono .
No, è arrivato prima lui e l’arbitro indica con il braccio il mio avversario.
Il ragazzo, il suo allenatore e tutta la squadra russa letteralmente esplodono. Io non posso fare altro che ammettere. BRAVO! Mi giro verso il M°,come per scusarmi ma lo trovo tranquillo e sorridente. Siamo comunque entrambe soddisfatti. Grandissima esperienza.
Il russo è fuori di sé dalla gioia e urlando ci abbracciamo; il M° sorridente stringe la mano all’allenatore russo che nel frattempo ha ripreso compostezza. Che giornata.
D: Come vivi l’esperienza della squadra?
R: La mia idea di squadra si basa essenzialmente su un principio: cerco di essere d’aiuto e disponibile per tutti i componenti.
D: E in allenamento?
R: Uguale : quello che vengo a conoscere lo metto a disposizione di tutti gli altri.
D: Parlaci del Giappone.
M: Vi ricordo che Elia vinse il viaggio-premio in Giappone completamente spesato lo scorso novembre a seguito del titolo di MIGLIOR ATLETA ACCADEMIA 2008. Lo portai con me per due settimane dove tra le altre cose vedemmo i Mondiali al BUDOKAN di Tokyo e ci allenammo al famosissimo JKA HEAD QUARTERS.
R: Sul viaggio ci vorrebbe un libro. E’ stato fantastico.
La cura che i giapponesi hanno per l’estetica in generale è incredibile. Ma lo devo ammettere: ciò che più mi colpì furono i Mondiali; la foto che sei riuscito a farmi fare con Valdesi; essergli vicino mentre parli con il tuo amico e capitano della nazionale italiana Maurino e assistere alla finale vinta da Valdesi.
Non ho parole.
D: Ultima domanda:Come è andata in Spagna?
R:Posto bellissimo, allenamenti durissimi. Facevo fatica anche solo a camminare, ma ci siamo anche divertiti tantissimo.
Agli INTERNAZIONALI di Grado di fine agosto gliela faremo vedere.
M:Caro Elia, ti ringrazio della sincerità e continua ad allenarti.
R:Oss, Maestro.
-
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento