22 dicembre 2011
Kylie palazzo si diploma "Cintura nera Tigrotto"
Cari amici,
domenica 18 dicembre in occasione degli esami della palestra, la nostra brava Kylie Palazzo si è diplomata "Cintura nera Tigrotto".
E' il coronamento di tanti anni di lavoro e sacrifici. Sono sicuro di parlare a nome di tutta l'Accademia arti marziali Venezia nel fare i più vivi e sinceri complimenti ad una ragazza che ha dimostrato grinta, carattere e forza di volontà, lì dove tanti maschi hanno ceduto.
Nella foto la firma del famoso Libro delle Cinture Nere dell'Accademia Arti Marziali Venezia e la consegna ufficiale della cintura.
Brava Kylie, OSS.
Maestro Christian
19 dicembre 2011
16 dicembre 2011
12 dicembre 2011
International Karate Award
PremiazioneAtleti Internazionali FIJLKAM-CONI
Cari amici,
domenica 11 dicembre il Comitato Regionale Veneto Fijlkam-Coni ha voluto premiare i migliori atleti del veneto che si sono distinti nelle competizioni internazionali nel corso della stagione 2010-2011. Fra i vari premiati ho avuto il piacere e l'onore di esserci anch'io per l'argento nel kata e il bronzo nel kumite vinti agli European Master Games di Karate a settembre a Lignano.
Ho iniziato la carriera agonistica internazionale a 18 anni nel lontano 1982 ed esserci ancora oggi, a 48 anni , mi ripaga di tanto lavoro e sacrifici.
Erano presenti alla bella cerimonia il Presidente del Coni Regione Veneto, Il Signor Bardelle e il Presidente dei Comitati Regionali Del Veneto Coni, il Signor Erissini, nonchè il presidente del Comitato Regionale Veneto Fijlkam-Coni settore Karate, Francesco Favaron.
Dedico questo simpatico riconoscimento a tutti gli allievi, passati e presenti, che ho avuto e ho tutt'ora il piacere di seguire.
Un caro saluto,
Christian Gonzales
30 novembre 2011
Orario esami di karate
Gli esami di passaggio di grado della nostra Accademia Arti Marziali Venezia si effettueranno al palazzetto dell'Arsenale domenica 18 dicembre con la seguente modalità.
Apertura porte del palazzetto ore :17.00
Inizio esami ore:17.30
Colgo l' occasione per ricordarvi che con dicembre scatta la nuova trimestralità con gli stessi prezzi di quella appena passata.
Ricordo inoltre che le lezioni di karate proseguiranno fino a giovedi 22 dicembre 2011 compreso e riprenderanno lunedì 9 gennaio 2012.
E' possibile effettuare recuperi di lezioni.
Per qualsiasi ulteriore informazione non esitate a contattarmi.
Un cordiale saluto a tutti
Sinceramente,
Maestro Christian Gonzales
15 novembre 2011
Trofeo città di Cordenons, domenica 13 novembre 2011
Cari amici,
domenica 13 novembre, a Cordenons, gli atleti della nostra Accademia arti marziali Venezia, hanno difeso i colori della Società conquistando 5 ori, 2 argenti e 1 bronzo.
Nello specifico:
Oro: Kata squadre ( Facchini, Badolin, Deplano); Individuale: Deplano, Lanari, Morellato, Segalin.
Argento. Facchini, Bertaglia
Bronzo: Badolin
Da notare che nelle categoria junior i nostri Deplano, Facchini, Badolin, hanno portato via tutto il podio.
Un caro saluto,
Christian Gonzales
11 novembre 2011
5 novembre 2011
European Master Karate Games, day 2, september 17th kumite competition
we left, the last time at the beginning of the eliminatory stages of the kumite competition.
If you remember, you had mentioned that I had already spent a lot of nervous energy in the kata competition.
Nowadays, the trend toward specialization is so strong that it is difficult to find athletes who commit themselves to high levels in both fields. There are, but they are less and less. The amount of work to do, both on the physical and technical level is now really heavy, and so many different training programs to prepare them well both, you must also have a considerable amount of time. Not for nothing that I had volunteered in retreat throughout the summer! Despite all the preparation, however, I began to wonder if I had not actually required a bit 'too much from myself.
The organizers had decided to make the kata final after the fighting competition, so at great risk of injury during the race fighting. And I must tell you, the opportunity was not so remote, indeed!
The fact is, however, that I decided to continue the established program. I changed the kimono, wearing one to kumite, and began warming.
I tried to also change the mental attitude of my mind and the way to use my body, because it was going to be completely different from the race of the kata of the morning.
First of all in the morning nobody was pulling any punches or kicks towards my face, but now there were flying like pop-corns.
We were called for the initial greeting of the class so we could all see in face, each other, at last for the first time.
Apart from a couple, I was the smallest of all. I was going to work quite a lot to cancel them the advantage of greater stretch.
The contest so started. Mine was the second fight.
The arbitrator started the macth, and guess what was the first thing that came in my mind, in that very first moment?
"What the hell I'm doing here?"
Let me explain. It was not a form of fear. Absolutely not. Simply, suddenly, I could not see the reason for being there to hit my self with another man. The months of fighting on the beach lost all their meaning and I had to really fight with myself not to stop, raise an arm, thank referees and opponents of the courtesy and simply go home!
What was happening?
I was simply the victim of a strong form of stress on race, namely: stress performance.
I had, therefore, to fight, at least for ten seconds against two opponents: that in front of me and .... myself!
I also consider this part of the magic of the race.
Impact of mixed feelings, emotions at the edge of control,
A strong punch arrived right in my face. That was good because it brought me back with my feet on the ground and I began so to fight. The referees let run so we exchanged quite a few punches.
Then, I placed a good giakuzuki right to the of ribs my opponent, throwing him down.
One point for me.
Wow, I was winning. I managed to take control of the situation. 10 seconds from the end I was still ahead, when, suddenly, I relaxed for a moment and I lowered my arms.
Really good, my opponent caught me right in with a kick to my face, a brilliant mawashi-geri.
Great kick!
The referee asked me how I was.
I shook my face, all right.
Unfortunately, the shot was perfect. Three points for him.
Ended, we shook hands.
Later I fished out, because my opponent had won all the matches, winning the gold medal and the European title .
I placed myself, exhausted but happy with third place, winning my first medal at the European Championship.
Unfortunately the last meeting I injured my left shoulder.
Flashes of pain pierced my articulation. I could barely move it.
It was a few minutes before the kata final ...
29 ottobre 2011
EMG giorno 2 Combattimento
Cari amici,
eravamo rimasti, l’ultima volta, all’inizio delle fasi eliminatorie della gara di combattimento. Se ricordate, Vi avevo accennato al fatto che avevo già speso molte energie nervose nella gara di kata. Oggigiorno la tendenza alla specializzazione è così forte che è difficile trovare atleti che si impegnino ad alti livelli in tutti e due i campi. Ci sono, ma sono sempre meno. La mole di lavoro da portare avanti, sia sulla tecnica che sul fisico, è ormai così pesante, ed i programmi di allenamento così differenti che, per preparali bene entrambi è necessario avere a disposizione anche una notevole quantità di tempo. Non per niente mi ero volontariamente messo in ritiro per tutta l’estate! Nonostante tutta la preparazione cominciavo però a domandarmi se non avessi in effetti preteso un po’ troppo da me stesso. Gli organizzatori avevano deciso di effettuare la finale di kata dopo la gara di combattimento, con grande rischio quindi di infortunarsi nel corso della gara di combattimento. E devo dirvelo, la possibilità non era poi così remota, anzi! Fatto sta che decisi comunque di portare avanti il programma stabilito. Mi cambiai il kimono, indossando quello da kumite, e iniziai il riscaldamento. Cercai di cambiare anche il registro mentale dato che sia l’atteggiamento mentale che il modo di usare il corpo erano completamente differenti dalla gara della mattina. Primo di tutto stamani nessuno tirava pugni o calci in faccia, qui ora invece volavano come coriandoli. Ci chiamarono per il saluto iniziale della categoria così potemmo finalmente guardarci tutti in faccia per la prima volta. A parte un paio, ero il più piccolo di tutti. Avrei dovuto sgambettare non poco per annullare loro il vantaggio del maggiore allungo. Partì così la gara. Il mio fu il secondo incontro. Al via dell’arbitro mi misi in guardia e volete sapere quale fu la prima cosa che mi venne in mente?
“Ma cosa ci faccio io, qua?!”
Mi spiego. Non che fosse sorta una forma di paura. Assolutamente no. Semplicemente, improvvisamente, non vedevo più il motivo per essere lì a tirarmi addosso contro un altro adulto. I mesi di combattimento in spiaggia persero tutto il loro significato e dovetti veramente lottare con me stesso per non fermarmi, alzare un braccio, ringraziare avversario e arbitri della cortesia e andarmene semplicemente a casa. Cosa stava succedendo? Semplicemente fui vittima di una forte forma di stress da gara, per la precisione: stress da prestazione. Mi trovai, quindi, a dover combattere, almeno per una decina di secondi contro due avversari: quello che avevo di fronte e …. me stesso! Non male, no? Non ne bastava uno, già bravo, forte e convinto! Presi un pugno in piena faccia. Quello fu un bene, perché mi riportò con i piedi a terra e cominciai a combattere. Gli arbitri lasciavano correre così ci scambiammo non pochi cazzotti... Poi, piazzai un buon giakuzuki alle costole che buttò a terra il mio avversario. Un punto per me. Wow, stavo vincendo. Riuscii a prendere in mano la situazione, a 10 secondi dalla fine ero ancora in vantaggio, quando, improvvisamente, mi rilassai e per un secondo abbassai le braccia. Bravissimo, il mio avversario mi beccò in pieno con un calcio, un mawashi alla faccia. Gran bel calcio! L’arbitro mi controllò. Tutto bene. Purtroppo il colpo era stato perfetto. Tre punti per lui. Finito ci stringemmo la mano. Più tardi venni ripescato, dato che il mio avversario aveva vinto tutti gli incontri fino ad aggiudicarsi per l’incontro di finale … che vinse . Io mi piazzai, esausto ma contento, al terzo posto, guadagnando la mia prima medaglia al campionato europeo. Purtroppo nell’ultimo incontro mi infortunai alla spalla. Lampi di dolori mi fulminavano l’articolazione. La muovevo a malapena. Mancavano pochi minuti alla finalissima di kata …
27 ottobre 2011
Firma Libro delle Cinture Nere/ Signature on the Black Belts Book
Cari amici,
anche quest'anno abbiamo allungato la lista di nomi presenti nel Libro delle Cinture Nere della Accademia Arti Marziali Venezia.
"Sandron" Rosa e Giorgio Barbini hanno infatti apposto, fieri, nome, cognome e firma a testimonianza e suggello di un grande lavoro fatto e di un ancor maggiore impegno per il fututro. Ci hanno allietato con la loro compagnia anche gli amici Antony di Miami e la simpaticissima Roberta, ricercatrice alla Georgia State University.
In compagnia anche del tenero Rufo.
Un abbraccio a atutti,
con simpatia,
Christian Gonzales
Dear friends,
this year too, we extended the list of names in the Black Belts Book of Academy of Martial Arts Venice.
"Sandron" Rosa and Giorgio Barbini have it affixed, proud, full name and signature of a witness and seal of a great work and an even greater commitment to future. We were entertained with their company even friends from Miami Antony and the very likeable Roberta, a researcher at Georgia State University.
And in the tender company of Rufus, of course.
To all a hug,
with sympathy,
Christian Gonzales
19 ottobre 2011
Articolo su Sportivo
5 ottobre 2011
Esami di Dan
Carissimi,
ho il piacere di comunicarvi che domenica 2 ottobre gli allievi dell'Accademia arti marziali Venezia, nonchè amici" Sandron" Rosa e Giorgio Barbini hanno brillantemente superato rispettivamente l'esame per 2° e 1° dan.
Sono sicuro si uniscono a me tutti gli atleti dell'Accademia nel fare loro i più sinceri complimenti.
A breve un dettagliato resoconto della giornata d'esame.
Un caro saluto,
Christian Gonzales
3 ottobre 2011
European Master games di karate, 17 ottobre
Giorno 2
Il giorno della gara alfine arrivò. Svegliato dalla forte luce che entrava dalle ampie finestre della nostra camera d’albergo, mi alzai dal letto. Mi girai, e vidi Battiston che cercava di togliersi dal torpore, pure lui.
“Dormito bene?” gli chiesi. Mi guardò e il suo sguardo, intontito, valse più di mille parole. Eh, già, certe emozioni non cambiano mai. Dopo due ore ci ritrovammo sul tatami a scaldarci , pronti, reattivi e non poco nervosi. Quando cominciò la mia categoria cercai di isolarmi da tutto e da tutti. Incredibilmente, si trovano sempre quelli che, vuoi per il nervoso, vuoi per altri motivi a me perfettamente sconosciuti, vengono in cerca di te, e non la smettono più di parlare. Ad un certo punto riuscii a sfuggire alla mortale presa di questo atleta intento a spiegarmi tutto riguardo i regolamenti di gara di kata e potei, finalmente libero, tuffarmi nelle miei sensazioni. Poco a poco, tra lo stretching, il collaudo di pezzi di kata, più o meno forti, un sorso d’acqua e l’ennesimo passaggio in gabinetto, portai la macchina-corpo a temperatura. Come il comandante di un aereo controlla che tutte le spie siano accese , così feci io, valutando pressione, scorrevolezza, scioltezza sia dei distretti muscolari che delle tecniche di kata. Sentii, con soddisfazione, l’esecutore di kata che è in me svegliarsi e rispondere a tutti gli impulsi e stimoli che gli stavo mandando. Percepii La macchina-corpo, per l’esecuzione di kata, pronta. Ottimo. Chiamarono il mio nome quindi mi avviai davanti ai giudici, insieme al mio avversario, per il rituale del saluto, e presi possesso del campo di gara. Si , è proprio questo che pensai:
“ ..questa è casa mia …”.
Esplosi in un kata che aspettava da mesi di esprimersi. Ogni movimento fu una risposta alla grande fatica degli ultimi tre mesi. Concentrandomi e focalizzandomi, mi lanciai, forse anche troppo, ad ogni esecuzione di tecnica. Dico anche troppo, dato che dopo, quando mi guardai al video, notai subito i passaggi che mi erano sfuggiti. La tensione accumulata aveva fatto qualche danno, così per il turno successivo, mi ripromisi che avrei controllato di più le pause. Con l’esecuzione del kata Empi, un po’ più rilassata, riuscii ad esprimermi a livelli migliori, cercando di mantenere la mente più lucida. Riuscii, particolare di cui sarei poi stato contento, a correggere certi passaggi in esecuzione d’opera, cosa che non si fa mai, dato il grande rischio di incorrere in errori anche peggiori. Cercai di mantenermi sciolto per tutta l’esecuzione, tenendo un po’ di energia per il salto finale. Riuscii ad eseguire un buon scatto da terra, in aria mi avvitai su me stesso, trattenni le ginocchia al petto il più possibile, e poi con grande determinazione scagliai i piedi al suolo in cerca dell’appoggio e della stabilità di posizione. Ebbi così accesso alla semifinale. Puntai, anche in questo caso, su un kata spettacolare e molto reattivo, con calci laterali e salti: kankusho. Il rischio era notevole, dato che vi sono ben due salti e, se non si mantiene un buon ritmo, il kata rischia di affossarsi … insieme al suo esecutore. Un’ultima occhiata al video. Realizzai che dovevo gestire meglio le fasi lente, renderle più elaborate, eleganti, ed esprimere un carisma ed una personalità che avrebbero reso il kata molto difficile da battere. Partii così per la terza e determinante prova della giornata. Trovo molto difficile eseguire tecniche sparate al massimo della velocità, alternandole ad altre molto lente. Il tipo di atteggiamento mentale e spirituale è completamente differente. Per quanto mi riguarda, nella parte esplosiva attingo ad energie soprattutto fisiche, mentre per le altre a quelle più intime, emotive, che possono andare a toccare delle corde personali molto delicate. Rimasi concentrato fino in fondo. Passai 5 a 0. Ma pagai molto, sopratutto dal punto di vista di energie nervose. Mi garantii la finale , che però sarebbe stata nel pomeriggio, dopo le fasi eliminatorie di combattimento …
2 ottobre 2011
Gala dello Sport, 1 ottobre
Gonzales e Denis Dallan
Gonzales e Alessandra Levorato
Gonzales e Guerra
Gonzales riceve dal'l'assessore Speranzon la targa come testimonial di Lifeisbetter
Cari amici,
sabato 1 ottobre, presso il Golf club, Cà della Nave, a Martellago, ho partecipato, in qualità di testimonial, al “Gala dello Sport”, fortemente voluto e organizzato dall’assessore dello sport per la provincia di Venezia, Raffaele Speranzon.
La serata ha rappresentato un punto d’incontro della campagna contro la droga (e non solo l’abuso, checché ne dicano) all’insegna del motto “Life is better with sport, life is better without drugs” e il cui sito è www.lifeisbettere.it .
La campagna sensibilizzatrice nasce da un’idea ben precisa: invece di evidenziare gli aspetti terrificanti della droga dal punto di vista salutistico, si è voluto evidenziare ciò che la droga si porta via: LA GIOA DI VIVERE. E quale miglior esempio ci può essere di una sana vita vissuta all’insegna dello sport, di per sé vincente, anche senza le blasonate medaglie?
Io, per il karate, insieme a vari altri rappresentanti degli altri sport, tra i quali, Alessandra Levorato, simpaticissima medaglia di bronzo agli Europei d'atletica, il buon amico Mauro Numa, campione olimpico e mondiale di scherma, Causin e Alvin e Guerra in rappresentanza del Basket Reyer, Fabrizio Pescatori, campione del mondo di nuoto, Denis Dallan 42 presenze in Nazionale di rugby, abbiamo accettato, onorati e contenti in qualità di testimonial in lotta aperta contro tale calamità sociale, di portare avanti principi e valori attraverso i quali abbiamo costruito le nostre vite.
Alla serata erano presenti varie autorità in rappresentanza del Panathlon, del Coni Venezia e delle varie Armi.
Ma ciò che più conta è il fatto che, il grande salone messo a disposizione dal Golf club, capace di 200 persone, era stato invaso da quasi 400, chiaro indice di un forte sentimento comune.
Il lavoro dei vari collaboratori dell’assessore, a capo dei quali, Pietro Consavari che, con il suo staff della “Brandlovers” ha reso possibile la serata, è stato gigantesco.
Noi testimonial abbiamo avuto il piacere di premiare una moltitudine di giovani atleti della provincia di Venezia, moltissimi dei quali si erano distinti anche in campo mondiale.
Il tutto è finito con un simpatico buffet all’aperto, bordo piscina, in una calda serata che sembrava più di mezza estate che d’ inizio autunno.
Parlando dal punto di vista personale:
in tanti anni di gare ho ricevuto, grato, moltissimi riconoscimenti per il mio valore atletico, ma il fatto di essere stato chiamato ad espormi quale esempio di vita e punto di riferimento per poveri ragazzi allo sbando, è stata per me un’emozione fortissima!
E’ stato un riconoscimento e un’assunzione di responsabilità a livello sociale.
Proprio come, in giovane età, mi esortavano i miei maestri in Giappone: diventa forte per aiutare te stesso, ma anche gli altri. Ora ci sono riuscito ... e non mi fermerò certo qui.
Un caro saluto,Christian Gonzales
28 settembre 2011
26 settembre 2011
European Master Games di karate, giorno 1, 16 settembre
Cari amici, eccoci qua per un resoconto della gara per la quale mi sono preparato per tutta l’estate. Vi chiedo scusa se mi faccio vivo con più di una settimana di ritardo, ma devo confessarvi che la gara è stata veramente lunga e sopratutto spossante, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista di energia nervosa. Ma procediamo con ordine. Pochi giorni prima della gara mi ero messo d’accordo con il compagno di squadra e futura medaglia d’oro Walter Battiston, di ritrovarci la mattina prima dell’evento fuori dell‘entrata dell’autostrada di Latisana e poi da lì saremmo andati avanti insieme. Così alle 10 della mattina di venerdì 16, sotto un bellisismo e azzurro cielo, ci ritrovammo al casello, sorridenti e pieni di voglia di fare. Walter si presentò in perfetta forma fisica. Nonostante i suoi 53 anni esibiva un fisico asciutto e potente che avrebbe fatto l’invidia di qualsiasi ventenne, anche allenato. Devo dirlo, per essere dei vecchietti ci sentiamo in splendida forma. Sorrisi di approvazione, pacche sulle spalle, strette di mano. Due parole di saluto e ci dirigemmo alla volta dello European Game Centre per ritirare i nostri pass. Il centro si trovava a fianco dello stadio. Una moltitudine di desk di accettazione si presentò ai nostri occhi, tutto era azzurro e giallo. Leggermente disorientati domandammo alle signorine che, pronte e gentili, ci fornirono tutte le informazioni di cui avevamo bisogno. Ritirammo così al desk del karate, vicino a quello della canoa e del kayak, pass, zainetto e tutto il materiale riguardante la competizione. Intorno a noi era tutto un passare di uomini e donne non più tanto giovani , ma tutti in buona, se non addirittura, ottima forma. L’atmosfera che si respirava era di euforia e di entusiasmo. Io e Walter ci guardammo e ridemmo di cuore. Era proprio vero che avevamo già vinto la nostra gara! Alla città dello sport, GETUR, poco distante dal centro di Lignano, prendemmo alloggio all’albergo a noi assegnato “Le vele”, pranzammo incontrando i primi compagni di squadra quali i gemelli Giorgio, Cinzia Colaiacono ed altri. Al pomeriggio un paio di ore di riposo e verso le 17.30 ci dirigemmo al palazzetto per un ‘ora, che poi diventarono due, di allenamento pre-gara. Il caldo era torrido ed io sudai l’insudabile, forse anche a causa del nervoso La prima ora la passai a fare stretching e a provare tutti i kata che avevo intenzione di portare in gara sui tutti e tre i tatami presenti. Volevo sopratutto sentire come i miei piedi rispondevano al materiale plastico dei tatami di gara; scoprire quali fossero i punti più consumati e quindi scivolosi. Verso la fine della seconda ora chiesi ad uno qualsiasi se voleva fare un paio di scambi di combattimento. La mia intenzione è di parametrarmi un po’ alle velocità di esecuzione di altri e di sentire anche il movimento diverso dal kata. Questi però, evidentemente la prese in maniera un po’ personale, dato che ho un mio approccio un po’ diverso al combattimento. Non era mia intenzione farci male, ma lui partì subito in quarta, tanto che se non ero pronto a parare o a togliere la faccia dai pugni sparati a massima velocità o dai calci portati senza controllo, rischiavo di finire la gara di combattimento ancora prima di cominciarla. Io mi limitai a muovermi intorno, a toccarlo appena nei suoi momenti di “Vuoto” come li chiamo io. E’ una sorta di “touch rugby” solo per riprendere un po’ di velocità e di riflessi. Ci pensò a togliermi dall’impiccio il buon Walter che mi chiamò a fare un po’ con lui. Io parai l’ultima bordata, toccai leggero alla faccia, mi fermai, e ringraziai e lasciai l’uomo lì stupito. Alla faccia dei master, certi qui ci tenevano più dei ragazzini! Che ridere! Battiston mi guardò ridendo mentre, trotterellando, arrivavo e ridevo a mia volta. “Dai vieni, che giochiamo un po’, certi si prendono un po’ troppo seriamente”, mi disse. Ed io di rimando: “Eh, già” e ridendo ci scambiammo un 15 minuti di tecniche leggere leggere. Alla sera mi raggiunse il buon amico e allievo Luca Bertaglia. Passammo il resto della serata cenando e chiacchierando di gara fino a sera tarda. Poi ci costringemmo ad andare dormire. L’atmosfera generale era comunque allegra e goliardica. Mi ero allenato duramente per questa gara ma era mia ferma intenzione non lasciarmi prendere troppo dalla competizione. Prima di tutto volevo divertirmi e se la vittoria fosse arrivata, avrei voluto che fosse con questo spirito. Un caro saluto, christian Gonzales