26 settembre 2011

European Master Games di karate, giorno 1, 16 settembre








Cari amici, eccoci qua per un resoconto della gara per la quale mi sono preparato per tutta l’estate. Vi chiedo scusa se mi faccio vivo con più di una settimana di ritardo, ma devo confessarvi che la gara è stata veramente lunga e sopratutto spossante, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista di energia nervosa. Ma procediamo con ordine. Pochi giorni prima della gara mi ero messo d’accordo con il compagno di squadra e futura medaglia d’oro Walter Battiston, di ritrovarci la mattina prima dell’evento fuori dell‘entrata dell’autostrada di Latisana e poi da lì saremmo andati avanti insieme. Così alle 10 della mattina di venerdì 16, sotto un bellisismo e azzurro cielo, ci ritrovammo al casello, sorridenti e pieni di voglia di fare. Walter si presentò in perfetta forma fisica. Nonostante i suoi 53 anni esibiva un fisico asciutto e potente che avrebbe fatto l’invidia di qualsiasi ventenne, anche allenato. Devo dirlo, per essere dei vecchietti ci sentiamo in splendida forma. Sorrisi di approvazione, pacche sulle spalle, strette di mano. Due parole di saluto e ci dirigemmo alla volta dello European Game Centre per ritirare i nostri pass. Il centro si trovava a fianco dello stadio. Una moltitudine di desk di accettazione si presentò ai nostri occhi, tutto era azzurro e giallo. Leggermente disorientati domandammo alle signorine che, pronte e gentili, ci fornirono tutte le informazioni di cui avevamo bisogno. Ritirammo così al desk del karate, vicino a quello della canoa e del kayak, pass, zainetto e tutto il materiale riguardante la competizione. Intorno a noi era tutto un passare di uomini e donne non più tanto giovani , ma tutti in buona, se non addirittura, ottima forma. L’atmosfera che si respirava era di euforia e di entusiasmo. Io e Walter ci guardammo e ridemmo di cuore. Era proprio vero che avevamo già vinto la nostra gara! Alla città dello sport, GETUR, poco distante dal centro di Lignano, prendemmo alloggio all’albergo a noi assegnato “Le vele”, pranzammo incontrando i primi compagni di squadra quali i gemelli Giorgio, Cinzia Colaiacono ed altri. Al pomeriggio un paio di ore di riposo e verso le 17.30 ci dirigemmo al palazzetto per un ‘ora, che poi diventarono due, di allenamento pre-gara. Il caldo era torrido ed io sudai l’insudabile, forse anche a causa del nervoso La prima ora la passai a fare stretching e a provare tutti i kata che avevo intenzione di portare in gara sui tutti e tre i tatami presenti. Volevo sopratutto sentire come i miei piedi rispondevano al materiale plastico dei tatami di gara; scoprire quali fossero i punti più consumati e quindi scivolosi. Verso la fine della seconda ora chiesi ad uno qualsiasi se voleva fare un paio di scambi di combattimento. La mia intenzione è di parametrarmi un po’ alle velocità di esecuzione di altri e di sentire anche il movimento diverso dal kata. Questi però, evidentemente la prese in maniera un po’ personale, dato che ho un mio approccio un po’ diverso al combattimento. Non era mia intenzione farci male, ma lui partì subito in quarta, tanto che se non ero pronto a parare o a togliere la faccia dai pugni sparati a massima velocità o dai calci portati senza controllo, rischiavo di finire la gara di combattimento ancora prima di cominciarla. Io mi limitai a muovermi intorno, a toccarlo appena nei suoi momenti di “Vuoto” come li chiamo io. E’ una sorta di “touch rugby” solo per riprendere un po’ di velocità e di riflessi. Ci pensò a togliermi dall’impiccio il buon Walter che mi chiamò a fare un po’ con lui. Io parai l’ultima bordata, toccai leggero alla faccia, mi fermai, e ringraziai e lasciai l’uomo lì stupito. Alla faccia dei master, certi qui ci tenevano più dei ragazzini! Che ridere! Battiston mi guardò ridendo mentre, trotterellando, arrivavo e ridevo a mia volta. “Dai vieni, che giochiamo un po’, certi si prendono un po’ troppo seriamente”, mi disse. Ed io di rimando: “Eh, già” e ridendo ci scambiammo un 15 minuti di tecniche leggere leggere. Alla sera mi raggiunse il buon amico e allievo Luca Bertaglia. Passammo il resto della serata cenando e chiacchierando di gara fino a sera tarda. Poi ci costringemmo ad andare dormire. L’atmosfera generale era comunque allegra e goliardica. Mi ero allenato duramente per questa gara ma era mia ferma intenzione non lasciarmi prendere troppo dalla competizione. Prima di tutto volevo divertirmi e se la vittoria fosse arrivata, avrei voluto che fosse con questo spirito. Un caro saluto, christian Gonzales

Nessun commento: