Cari amici,
con oggi termina la seconda parte della mia stagione estiva di allenamento in vista degli European Master Games di karate. Lo stage internazionale di Grado è infatti, terminato. Una delle cose che ho trovato più difficili, a parte il semplice fatto di continuare ad andare avanti con gli allenamenti nonostante la grande fatica fisica, è stato il cambio mentale. Personalmente ho sempre affrontato gli allenamenti di kata e di kumite. Quando ero giovane era normale fare gli allenamenti di entrambe le specialità ed era altrettanto normale iscriversi ad entrambe le specialità in caso di competizione. La modalità di esecuzione non era molto differente. Oggi, invece, come è giusto, le due specialità si sono estremamente evolute, al punto che sia l’approccio mentale, che quello fisico si sono molto differenziati, almeno secondo me. Il kata è diventato molto più esplosivo e reattivo, ma anche più inquadrato e perfezionato in ogni millesima parte del corpo, senza ammettere la minima sbavatura di movimento. Letteralmente bisogna passare da una tecnica all’altra, da una posizione all’altra con la stessa istantaneità di un fotogramma. Non per niente gli atleti migliori del mondo, la nazionale italiana, sono oggigiorno così grossi e potenti. Mentre il kumite, dal canto suo, ha sviluppato una scioltezza e un dinamismo tali da rendere l’atleta vincente praticamente imprendibile. Il ruolo assunto dalle gambe poi, dato dai rapidissimi e altissimi calci e da una mobilità assoluta sul campo di gara, era un tempo impensabile. In entrambe le specialità i muscoli del corpo si muovono rapidissimi ma con una modalità quasi del tutto differente. Il passaggio quindi dalla lezione di kata, caratterizzata da rapidità, potenza e perfetta compostezza, (“quadratura” la definisco io ) alla lezione di kumite, nei primi minuti, era ciò che il mio cervello faceva più fatica ad accettare e affrontare. Percepivo completamente differenti perfino gli impulsi stessi che, dal cervello, avrei dovuto mandare ai vari distretti muscolari. Domani, lunedì 29, inizia la terza parte. Ho parlato approfonditamente con i vari campioni del mondo presenti allo stage, confrontando presente e passato e da essi ho ricevuto preziosi suggerimenti riguardo gli ultimi accorgimenti da apportare, secondo le più recenti e attuali metodologie da loro sperimentate, ai miei kata e al mio kumite. Approfitto di questa sede per ringraziarli delle loro cortese e aperta collaborazione, restando chiaro che la responsabilità di tutto quello che farò, e soprattutto di quello che non sarò in grado di fare, sarà sempre e soltanto mia.
Saluti, Christian Gonzales
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