24 giugno 2009

Le cronache del bambù giorno 7











“... ultimo giorno di allenamento domani, M°", mi dice Elia con fare assolutamente innocente. Sto scrivendo la cronaca sul pc. Non mi giro nemmeno : “ .. sarà il peggiore... “. Elia, poverino abbozza un sorriso di circostanza. Io continuo il mio lavoro.
E' mia ferma intenzione che non abbassino assolutamente il livello di guardia e attenzione raggiunto. Tireremo gli allenamenti fino all'ultimo istante.
Grandissimi atleti hanno perso gare, già vinte, all'ultimo istante. Vittime della propria disattenzione, mentre l'avversario non mollava e sapeva credere in sé stesso fino all'ultimo istante.
Alle 07.30 iniziamo. Tutto regolare: jogging sulla spiaggia, nuoto, kumite, stretching per un totale di 4 ore: il solito ormai. E tutto fila liscio.
Al pomeriggio invece, cominciamo sotto la candela del sole alle 14.00. Due ore consecutive di strategia e tecniche di kumite. Poi, in riva al mare, due ore consecutive di tecniche di spazzata e svoli sulla sabbia. Questi, all'inizio sono divertenti. Poi, la sabbia entra negli occhi e in bocca e ti gratta tutto il corpo. I colpi ad ogni caduta diventano sempre più pesanti e il riflesso del sole sempre più caldo e accecante. A seguire un'ora di corda e scatti da fermo. E per finire mezz'ora ininterrotta di flessioni in quattro tempi alternate agli addominali.
In questa ultima fase urlavamo, ringhiavamo ma nessuno si è fatto cogliere dalla disperazione. Ognuno ha dato e ha ricevuto forza da tutti gli altri.
Ad un certo punto non ho contato più. I volti sudati e stravolti affondati nella sabbia.
Un applauso... un altro .. e un altro. “ … finito squadra...” e lentamente, sorridendo, ho continuato ad applaudirli. Sorrisi, risate, abbracci, euforia. Ce l'avevano fatta. Dove, ve l'assicuro, la maggior parte degli uomini avrebbe mollato alle primo giorno, questo indomito gruppo di ragazzi, ha tenuto duro fino alla fine. Perfino i bagnanti intorno, che da giorni ormai ci seguono sorridendo e approvando, si sono uniti a me nell'applauso. “ Good, guys”, “ Well done boys”,” Mui bien muchacos”.
Devo dirlo ,ero commosso.
Questi ragazzi hanno veramente superato sé stessi.
E urlando siamo andati, sporchi e euforici a farci il bagno ristoratore.
Per cena, e per premio, siamo andati con Silvie, a mangiare la pizza nella bella Estartit , un paesino di mare non troppo lontano da casa.
Filippo, il cobra, si è anche comprato, in una bella armeria, una katana sormontata sull'elsa da un cobra. Incredibilmente kitch, ma ci stava benissimo.

In questi giorni molta gente ci ha notato e siamo diventati un po' i beniamini del posto. Pollici alzati e sorrisi di approvazione si sprecavano. Un giapponese, residente, mi ha chiesto un po' di informazione sulla squadra. Una coppia di signori tedeschi quale sport facessimo. Mi hanno perfino chiesto quanto mi fermavo e se ero disponibile anche per altri gruppi.

Tra viaggio e tutto siamo stati insieme nove giorni dalla mattina alla sera. Ci siamo conosciuti a fondo. Sono sorte e abbiamo affrontate tematiche psicologiche personali anche pesanti. E le abbiamo risolte. Come un gruppo.
Ho fatto rigorosamente tenere in ordine tutta la parte della casa a noi, gentilmente, concessa. I ragazzi sono andati a turno a fare le spese, cucinato, lavato i piatti. Non siamo mai rimasti fermi. La noia non è mai stata un nostro problema. E alla sera, tutti alle 23.00 circa, crollavamo a dormire.
Posso fieramente dire che il bilancio finale è fortemente positivo. Tutti sono ora più forti. Abbiamo fatto la differenza e presto si noterà.
Se volessi fare una graduatoria interna, per ridere, potrei dire che il più elastico e sciolto di tutti è sicuramente la Torre.
Il più potente il Toro.
Il più agile, Pantera.
E Filippo, il Cobra?
Il Cobra … ha una dote particolare: lui è quello che coglie l'attimo. Il momento giusto per colpire. L'opportunista.

E per me cosa ha significato tutto ciò?
Se vi è mai capitato che qualcuno credesse in voi così tanto da mettere a disposizione potere economico, casa, mezzi tecnici. Se vi è mai capitato che un gruppo di giovani uomini credesse così tanto da seguirvi in un percorso apparentemente folle, allora potete capirmi. A poco a poco li vedi crederci, crescere, diventare forti, sicuri. Sono emozioni che ti riempiono il cuore, che commuovono. Che danno una grossa ragione di vita.
Non è stato facile, per me, costruirmi tutta questa credibilità. Gli sponsor non vengono a regalarti i soldi. La squadra bisogna saperla vedere, saperla costruire, seguirli in ogni allenamento, in ogni trasferta, gioire con loro e soffrire con loro. Crescere insieme a loro.
Cuore, passione e dedizione ho dato e pian pianino ho ricevuto a mia volta.
Non ultimo. Amo insegnare.

Un enorme, non quantificabile ringraziamento voglio personalmente fare al nostro sostenitore, LA FENICE HOTELS, che mi ha permesso tutto ciò.
Dal più profondo del cuore,a nome mio e della squadra, GRAZIE.
Ringrazio anche tutti Voi dell'attenzione e speriamo di avervi fatto buona compagnia.
Oss, il M° e la Squadra.

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